Centro di spiritualità domestica Santuario di S. Antonio 2 Dicembre 2024 ATTENDERE Serve vigilare sulla tentazione di associare l’attesa all’idea dell’immobilità, della passività come di chi assiste inerme allo scorrere delle cose. In realtà, se prestiamo attenzione alla nostra vita, ci accorgiamo che l’attesa fa parte ordinariamente di noi e delle nostre relazioni, soprattutto le più importanti. La condizione dell’attesa è quella tensione che ci direziona verso qualcosa o qualcuno, è quella dinamica che sostiene, alimenta ed orienta ogni nostra scelta. Perché le scelte più importanti necessitano di un tempo di attesa. L’attendere è condizione profondamente umana, ma nello stesso tempo supera ogni dimensione esclusivamente umana. I credenti sono donne e uomini dell’attesa perché protesi verso il compimento di una promessa inscritta misteriosamente nella loro fede. Nella narrazione biblica l’attesa non è mai né staticità e né passività, ma capacità di sostare, fermarsi, per poter cogliere l’anima intima e profonda della realtà, praticamente un modo per imparare a stare nel mondo con positiva partecipazione e profonda benevolenza. A suo modo l’attesa è un’esperienza squisitamente educativa perché ci insegna un modo diverso di abitare la vita. Serve però dircelo… educarci all’attesa non è scontato e non è neppure semplice, serve piano piano allenarsi. La pratica che vi suggeriamo questa sera va in questa direzione. La pratica dell’attesa è quella dell’attenzione, della vigilanza, per vivere un tempo in cui apparentemente non c’è nulla da fare esattamente perché c’è tanto da vivere a livello di intenti, di disposizione del cuore, di intima consapevolezza. Attraverso la pratica dell’attesa ci educhiamo alla pazienza, alla sobrietà, alla capacità di percepire “quel qualcosa” che ci è dato dall’esperienza dello Spirito. Buona pratica. Fammi conoscere le tue vie Insegnami i tuoi sentieri Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi Perché sei tu il Dio della mia salvezza (Salmo 24)