Associazione Comunità di vita cristiana CVX Agape odg - Santuario di S.Antonio, reg. S.Antonio 7, 12012 Boves CN - CF 96052420047

Privacy PolicyCookie Policy

Santuario di S. Antonio

Preferenze Cookie

Percorso meditativo continuativo (I)

2025-02-10 20:52

Array() no author 82610

A che punto siamo, Sentire e gustare, modalità osservativa, dimensione trasformativa,

Percorso meditativo continuativo (I)

Sappiamo o almeno abbiamo sentito dire che NON E’ IL MOLTO SAPERE CHE SAZIA L’ANIMA MA IL SENTIRE E GUSTARE LE COSE INTERNAMENTE.

Centro di spiritualità domestica    Santuario di S. Antonio                


Lunedì  27 gennaio 2025


 


Percorso continuativo di riflessioni meditate (I)


 


Sono qui


ed è dove sono


che ne determina


forse il senso.


Cosa comprendo


di ciò che mi è dato


e dove ha inizio


un docile sapere?


(Vorrei poter correre come un ragazzo


e avere le ginocchia un poco sbucciate).


 


C’è una domanda interessante dalla quale crediamo sia prezioso partire…A CHE PUNTO SIAMO della nostra vita personale e di fede? Forse per quanto riguarda la nostra vita personale è più facile rispondere a questo interrogativo perché alcuni elementi delimitano il campo (il lavoro, gli affetti, i figli, la famiglia, le passioni, le scelte…) ma dal punto di vista spirituale… A CHE PUNTO SIAMO? Qui è più difficile dare una risposta. Dopo anni di esercizi spirituali, di corsi, di esperienze a che punto è LA NOSTRA RICERCA SPIRITUALE? Dove siamo approdati?  Oggi, precisamente oggi, a quale punto siamo del nostro percorso? Sappiamo che non possiamo stare fermi, la vita spirituale è vita in movimento, dinamismo continuo, crescita, nuovi orizzonti.


Chiediamoci….la nostra incessante ricerca di nuove esperienze, nuove situazioni o nuovi maestri cosa ci ha permesso di capire sino ad ora? E’ una ricerca che esprime un desiderio di crescita oppure è una ricerca che rivela una perenne ed irrisolta insoddisfazione?


Sappiamo o almeno abbiamo sentito dire che NON E’ IL MOLTO SAPERE CHE SAZIA L’ANIMA MA IL SENTIRE E GUSTARE LE COSE INTERNAMENTE. (EESS 2). Sappiamo pure che a questa disposizione serve allenarsi, prepararsi altrimenti nulla accade. Teniamo come punto di orientamento per partire questa prospettiva. Non un sapere che sazia l’anima ma la capacità di fermarsi e gustare e sentire cosa ci abita, una presenza dello Spirito che è già presente in noi …. e forse merita mettersi in ascolto.



Nella pratica meditativa la disposizione in modalità osservativa fa la differenza e ci apre alla capacità di sentire e gustare le cose da una prospettiva di intima consapevolezza. La pura osservazione, porre cioè con benevolenza l’attenzione solamente su qualcosa (EESS 24) ha in sé una dimensione trasformativa perché ci permette di fermarci, di stare, di abitare, di restringere il campo e cogliere l’essenziale.


L’atteggiamento osservativo è una forza potentissima. Se riesco a porre su di me questa disposizione osservativa allora riesco anche ad andare con competenza oltre di me, verso ciò che mi trascende, verso ciò che dà ragione alla mia più intima ricerca, ricerca di ciò che è Spirito di vita.


Porre l’attenzione al servizio della consapevolezza vuol dire renderla attiva ed operante, metterla al servizio in modo volontario del qui ed ora, del momento presente ci permette di assaporare tutti i benefici di una pratica non valutativa, non giudicante. Quindi è buona, buonissima cosa ricordarsi continuamente di queste semplicissime indicazioni: - Fermarsi - assumere lo Spirito di osservazione del qui ed ora  -  astenersi da atteggiamenti valutativi. Perché senza questa lento e costante allenamento nulla ci è dato di poter sentire e gustare interiormente.


 


La vita accade attraverso piccoli-grandi eventi, situazioni di vita che si creano così come si crea continuamente la vita che ci sta intorno. L’importante è essere totalmente lì senza altri pensieri distraenti e senza la frenesia di vivere ciò che immaginiamo debba accadere dopo. La vita c’è quando c’è questa serenità, questa pace sullo sfondo che rende ogni cosa una purissima Grazia.


 


Pratica meditativa:


 


Poniamo l’Attenzione alla Postura, anche per ricordarci la nostra collocazione nello Spazio.


Cerchiamo di stare il più possibile fermi, senza sforzo con la schiena eretta, braccia e gambe simmetrici, occhi chiusi se va bene o socchiusi.


I piedi appoggiati a terra, praticamente una Postura che dice Presenza, essenzialità, dignità, vigilanza. Una dimensione di verticalità, raffiguriamoci una “figura” di compostezza e dignità.


Entriamo in questa modalità osservativa del qui ed ora, del vivere ora, lasciando andare parole, pensieri, mentre la vita scorre di fronte a noi.


Un corpo stabile che occupa uno spazio dinamico “distratto” solo da un leggero movimento che è quello del respiro: inspiro ed espiro…sostanzialmente non c’è null’altro da fare se non percepire semplicemente il respiro: percepire l’aria che entra ed esce soprattutto percepire le sensazioni dell’aria che entra ed esce, solamente su questo. Ogni inspirazione un nuovo inizio ogni espirazione un lasciare andare tensioni non necessarie. Questo determina una dimensione trasformativa.


Agganciamo tutte le sensazioni del respiro. Ad un certo punto giungeranno delle distrazioni, perchè la mente ha una vita sua (del tutto rispettabile) … noi senza giudizio ritorniamo alla percezione del nostro respiro qua. Quando inspiro so che sto inspirando quando espiro so che sto espirando…tutto incredibilmente qui. L’atteggiamento osservativo ha una forza potentissima. Non cerchiamo di alterare il respiro ma accompagniamo il suo ritmo naturale.


Meditare è vigilare sulle distrazioni per tornare continuamente sull’essenziale di un respiro consapevole. Se mille volte la mente si distrare per mille volte torno sul respiro e sul suo semplice movimento.


Sento un punto dove il respiro è più facilmente percepibile …il respiro delle narici, sotto le narici…Sento il respiro nel petto, il petto che si muove…Sento la pancia dove il respiro è più presente, più di facile percezione. Esplorare queste sensazioni di respiro è un esercizio fondamentale, propedeutico, importantissimo per poi aprirci all’esplorazione delle nostre sensazioni più profonde legati a stati d’animo, movimenti del cuore, percezioni della nostra vigile coscienza. Per poter sentire e gustare internamente.


Per il momento stiamo sull’attenzione posta nel respiro


 


 


Se desideriamo avere un riferimento biblico-evangelico per la nostra preghiera e meditazione personale


Giovanni 7, 37-38 …chi ha sete venga a me….


Luca 11, 9-13 … chiedete e vi sarà dato…


Luca 18, 15-17 … se non tornerete come bambini…